Analisi di Canzoni Famose
Elton John - Rocket Man
In questo video parlo di una delle canzoni che preferisco di un grande artista della nostra epoca. Si tratta di Elton John, il brano è Rocket Man, una canzone che a mio avviso racchiude tutte le caratteristiche di originalità e personalità di questo eclettico e talentuosissimo musicista.
Trascrizione del video
Uno degli artisti che ho sempre amato tanto, che ho sempre apprezzato, è Elton John: un cantante che ha iniziato la sua carriera tanti anni fa, negli anni ‘70. E in particolare c’è una canzone che ho sempre amato particolarmente, ossia Rocket Man; canzone uscita intorno al 1972, tra l’altro quasi contemporaneamente rispetto a un’altra canzone che aveva poi lo stesso tema nel testo, cioè si parlava di uomini nello spazio. L’altra canzone era Space Oddity di David Bowie.
Proprio questa uscita, Rocket Man, fece molto arrabbiare David Bowie, si parlava di plagio insomma, di forte ispirazione secondo Bowie, da parte di Elton John in questa sua canzone. In realtà però, quando io ho scoperto Rocket Man, neanche sapevo di cosa parlasse, perché quando mi ci sono appassionata non conoscevo assolutamente l’inglese.
E in effetti se ci pensi, la maggior parte delle volte, quando si ascolta una canzone soprattutto in una lingua straniera, quello che ti piace, quello che ti colpisce non è quasi mai il testo, anzi non è praticamente mai il testo. Sono magari certe frasi musicali, uno strumento particolare che suona in un certo modo, la voce naturalmente.
E di quella canzone a me colpisce proprio la voce di Elton John fondamentalmente, che all’epoca aveva questo timbro baritonale, quindi molto caldo, molto corposo, e poi improvvisamente passava a dei falsetti vertiginosi, quindi si assottigliava tantissimo. Questo falsetto poi lui l’ha perso negli anni perché ha subito un intervento alle corde vocali, e ha avuto problemi, quindi noduli, e non l’ha più recuperato il falsetto.
Resta comunque un grande artista, ma all’epoca era proprio quella caratteristica nelle sue canzoni, in particolare in questa canzone, che a me aveva colpito. Elton John quando uscì, parliamo appunto degli anni ‘70, era un personaggio molto particolare, si distingueva rispetto a tutti gli altri, per alcuni aspetti stravaganti intanto del suo look, perché lui usava portare degli occhialoni, degli occhiali da sole o da vista, molto particolari, molto strani, generalmente molto grandi. Pare che lui abbia una collezione di circa 10.000 occhiali.
Ho sparato tra l’altro una cifra a caso, probabilmente sono di più. E anche in un suo album, sono ritratti questi occhiali, proprio in copertina. E poi giacche improbabili. Aveva questo modo di proporsi sul palco, sempre al pianoforte, ma come se fosse un folle; era sempre molto esagitato, era molto rock in un epoca in cui tutti i rockettari, o quasi tutti insomma, avevano dei brani fondamentalmente basati sulla chitarra, sui riff di chitarra, e quindi il rock era chitarristico. Elton John no.
Elton John suonava il piano, e lo suonava tra l’altro in una maniera assolutamente unica e inconfondibile. Cioè con una grande ritmicità intanto, cosa inedita per l’epoca. E poi è stato seguito il suo esempio, è stato preso proprio come spunto questo suo modo di suonare il pianoforte. Rocket Man più tardi ho scoperto appunto che parlava di un uomo nello spazio, un “uomo razzo” in realtà. E nel testo si parla di quanto gli manchi nello spazio la moglie, la sua famiglia, la sua casa.
Pare che fosse una metafora questo testo, non parlava veramente di qualcuno, di un astronauta che vola verso Marte. Era una metafora rispetto all’uso delle droghe, che è un tema molto frequente in quegli anni, ahimè. Però a prescindere appunto dalle parole, ci sono queste caratteristiche, queste piccole perle all’interno della canzone, che ti emozionano, che almeno a me emozionano particolarmente, e sono puramente musicali.
Una delle altre caratteristiche del brano è l’utilizzo di questi cori, di queste armonizzazioni sul ritornello in questo caso, che Elton John utilizzava molto spesso, ed erano di solito cori esclusivamente maschili, perché se li faceva lui. Ha sempre sovrapposto lui le sue voci, e andavano ad aprire in maniera flash, perché non erano quasi mai cori prolungati, lunghi lungo le frasi del ritornello. Duravano in genere poco, e andavano proprio a sparare la frase che doveva essere sottolineata, che era incisiva.
In questo caso per esempio proprio “Rocket Man”, che è tenuto per due secondi, è tutto armonizzato dalle sue voci, ed è uno di quei punti nel brano che rimane impresso nella mente. Naturalmente bellissima anche la melodia, che parte molto riflessiva, piano voce, e poi la canzone è un crescendo naturalmente, insieme all’arrangiamento degli altri strumenti.
Rocket Man resta per me uno dei brani più belli di Elton John, uno dei più famosi, e secondo me assolutamente da ascoltare e da prendere come spunto, sia sotto l’aspetto strettamente musicale, che sotto l’aspetto naturalmente interpretativo.