Interpretazione Vocale
Come interpretare una canzone (prima parte)
Interpretare una canzone non significa solo eseguirla in maniera “tecnicamente” corretta. L’interprete ha come scopo ultimo quello di comunicare delle emozioni e raccontare una storia nella maniera più coinvolgente possibile. In questo video ti racconto una mia esperienza personale che mi ha fatto capire molto dell’interpretazione.
Trascrizione del video
Ciao, oggi voglio parlarti di interpretazione. Questo video sarà diviso in due parti perché è un po’ lungo. E’ un po’ lungo perché ho deciso di raccontarti una mia personale esperienza che riguarda proprio il come riuscire ad interpretare al meglio un brano. E per interpretazione non parlo di riuscire a cantare naturalmente tutte le note giuste, intonate, i passaggi esatti, tutto ciò che è difficoltoso a livello tecnico. Parlo proprio di far passare determinate sensazioni e determinate emozioni.
Qualche tempo fa, qualche anno fa, ho avuto una bellissima esperienza, una grande occasione, cioè quella di essere scelta come una delle interpreti di un grande musical, un colossal, che era “I dieci comandamenti”, musical importato dalla Francia qui in Italia con un grande cast di grandi cantanti anche. E in quel caso io interpretavo la principessa Nefertari. Andando al sodo: tra i brani che dovevo interpretare ce n’era uno in particolare che si chiamava “L’inacettabile”.
Era un momento dello spettacolo particolarmente drammatico, perché in quel momento Nefertari cantava e piangeva la morte di suo figlio; quindi un momento assolutamente intenso e che doveva passare soprattutto pensando al fatto che era un musical, quindi non si trattava soltanto di cantare, ma in qualche modo di recitare, quindi di trasmettere ancora più fortemente quella che era l’emozione di quel momento. Naturalmente prima dello spettacolo vero e proprio ci sono stati lunghi periodi di prova, prove anche estenuanti, veramente diverse ore.
Io ero convinta di fare quel brano in particolare molto bene, infatti l’avevo imparato perfettamente, lo cantavo con grande padronanza. Eppure qualcosa non funzionava, e infatti continuamente durante le prove venivo interrotta e ripresa dal regista e dall’aiuto regista.
Finché una sera, al termine di una giornata di prove iniziata alle otto del mattino e non ancora finita alle dieci di sera, mi trattennero ancora in teatro dicendomi che il problema di quel brano era un problema che si era verificato anche in Francia con l’interprete principale, perché si trattava di un brano molto melodico, molto cantato, un po’ non alla Whitney Houston perché non c’entra assolutamente nulla con quel tipo di vocalità e con quel tipo di canzone, però era proprio un brano da interprete.
E anche l’interprete francese tendeva durante lo spettacolo a cantarlo da cantante, da cantante pop, non da attrice in qualche modo, quindi lasciando sempre l’emozione un pochino indietro rispetto a quella che era l’interpretazione tecnica.
Insomma, quella sera mi fecero cantare e ricantare la canzone per almeno una ventina di volte, finché io esausta, perché come ti dicevo le prove erano iniziate ormai dalle otto del mattino ed erano veramente tante ore che stavamo lavorando; quindi finché io esausta, un po’ esasperata anche perché ogni volta non andava bene, ho cominciato a piangere. E ho cominciato a piangere in maniera veramente sincera.
Naturalmente il mio pianto non era legato a quello che è il testo della canzone o quello che era il momento, ma a delle sensazioni che probabilmente si avvicinavano molto comunque al senso della canzone, quindi l’esasperazione, l’essere arrivati a un punto in cui si è esausti. E lì finalmente il regista e l’aiuto regista mi dissero: “Ecco, questo devi fare”. Da allora, ogni volta che abbiamo rappresentato lo spettacolo, ed è stato per praticamente un anno, ogni sera arrivata a quel brano io piangevo.
E piangevo perché rievocavo fondamentalmente quella stessa sensazione, quel momento che avevo provato durante le prove quando finalmente l’interpretazione vera era uscita. Naturalmente quando si parla di brani pop, di musica leggera, non si chiede tanto. E’ ovvio che sarà molto difficile entrare così tanto nel brano da addirittura piangere. Non è neppure necessario insomma, soprattutto se il brano non richiede una sensazione di tristezza.
Però questa mia esperienza voleva essere un po’ un esempio di come effettivamente possano cambiare drasticamente le cose in un’interpretazione se realmente si prova una determinata sensazione. Soltanto in quel caso si riesce davvero a trasmettere un’emozione forte.